L'inchiesta ruota intorno alle elezioni comunali di maggio 2014, quando gli amministratori uscenti avrebbero elargito buoni economici in cambio di voti.
Abuso d'ufficio e violazione della legge elettorale, queste le accuse per le quali oggi il gup ha rinviato a giudizio l'ex sindaco di Botricello, Giovanni Camastra, attuale consigliere di maggioranza, l'ex vicesindaco Raffaele Valea e la segretaria comunale Giuseppina Ferrucci (difesi dagli avvocati Petitto, Iannone e Sciumbata).
Il processo avrà inizio il prossimo 22 dicembre.
Secondo l'accusa, i tre indagati, secondo le rispettive competenze, avrebbero emesso 26 buoni spesa destinati alle famiglie bisognose nell'ultima settimana prima del voto per il rinnovo del consiglio comunale contravvenendo al divieto imposto dalla legge elettorale.
Camastra e Valea avrebbero «individuato i cittadini ai quali elargire i buoni», mentre Ferrucci li avrebbe emessi nella sua qualità di responsabile del settore.
Camastra avrebbe agito da sindaco uscente e nella qualità di ricandidato alla carica di consigliere per la lista "Uniti per Botricello", poi risultata vincitrice; Valea avrebbe agito quale vicesindaco uscente e nipote di Salvatore Valea, candidato nella stessa lista di Camastra e risultato primo degli eletti con 300 voti di preferenza diventando l'attuale vicesindaco; Ferrucci, infine, nella qualità di segretaria comunale e responsabile di Area. I tre avrebbero anche violato il regolamento comunale per l'erogazione dei contributi economici, commettendo l'abuso di ufficio.
Tutto questo, secondo le contestazioni mosse, per procurare «intenzionalmente un vantaggio economico ai cittadini beneficiari, con un danno per il Comune di Botricello», ma anche «danneggiando politicamente i candidati - sostiene la pubblica accusa - della opposta lista "L'Altra Botricello"».
I buoni, secondo quanto ricostruito, avrebbero avuto un valore compreso tra i 50 e i 100 euro e avrebbero permesso alle famiglie beneficiarie di acquistare beni di prima necessità, nonostante, secondo la Procura, «non vi fosse alcuna domanda da parte degli stessi cittadini e senza rispettare la procedura prevista dal regolamento comunale».
Nel procedimento si sono costituiti parte civile Michelangelo Ciurleo e Lucia Puccio (assistiti dagli avvocati Vincenzo Ranieri e Gregorio Viscomi). La vicenda era finita anche davanti al Tar a cui si erano rivolti i consiglieri di minoranza chiedendo l'annullamento delle elezioni. I giudici amministrativi avevano sospeso il giudizio in attesa della pronuncia della magistratura penale
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Catanzaro, 16 maggio 2013 - Falsità ideologica e materiale commessa da un pubblico ufficiale, abuso d'ufficio, usurpazione di funzioni pubbliche, favoreggiamento personale. Sono queste le accuse mosse, a vario titolo e in concorso tra loro, dalla procura della Repubblica di Catanzaro nei confronti del sindaco del Comune di Botricello, Giovanni Camastra, della segretaria comunale dell'Ente, Giuseppina Ferrucci, della responsabile dell'area finanziaria, Mariannina Lodari, dell'ex segretario comunale, Salvatore Cilurzo, e di un tecnico, Mario Rizzuti.
Nei loro confronti è stato notificato oggi un avviso di conclusione delle indagini, firmato dal Pubblico ministero Carlo Villani. Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Botricello, ruotano intorno agli incarichi conferiti ad alcuni tecnici che sarebbero stati chiamati a fare parte dello staff del primo cittadino, oppure con altri ruoli, senza avere seguito l'iter necessario. Inoltre, i provvedimenti sarebbero stati adottati in alcuni casi senza impegno spesa e con dichiarazioni non veritiere contenute nei decreti sindacali. Inoltre, nel corso delle indagini è emerso che il tecnico Mario Rizzuti, chiamato "a scavalco" dal Comune di Cerva, avrebbe firmato alcuni atti amministrativi prima che gli fosse notificata la nomina per il suo nuovo incarico, mentre altri atti sarebbero stati sottoscritti dallo stesso professionista anche dopo la fine della nomina, circostanze che, secondo l'inchiesta, sarebbero maturate sempre su richiesta del primo cittadino. Il sindaco Camastra è accusato anche di favoreggiamento personale, avendo falsificato una delibera per eludere, secondo la procura, le indagini in corso. Altro falso, sempre secondo le indagini, sarebbe stato commesso dallo stesso sindaco e dal segretario Ferrucci nel momento in cui avrebbero dichiarato la presenza di due assessori in una riunione di giunta, a loro insaputa e nonostante questi fossero assenti. (Agi)
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